venerdì 21 marzo 2014

Il rapporto Nielsen sull’Italia dei libri


Crollano i lettori laureati

Raffaella De Santis

"La Repubblica", 21 marzo 2014

«Siamo di fronte alla più forte crisi del mercato del libro dalla Seconda guerra mondiale». È la fotografia di un’emergenza senza pari quella denunciata ieri da Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il libro e la lettura, durante la presentazione a Roma di L’Italia dei Libri 2011-2013, l’ultimo rapporto Nielsen sull’acquisto e la lettura in Italia. I dati, ricavati su un campione di 9mila famiglie e organizzati per trimestri nell’arco di tre anni, mostrano una curva di discesa costante: dal 2011 al 2013 la percentuale dei lettori è scesa dal 49 al 43% della popolazione (da 25,3 a 22,4 milioni di persone) e quella degli acquirenti dal 44 al 37% (da 22,8 a 19,5 milioni). Molto meno della metà della popolazione italiana legge e compra libri. L’Italia si presenta inoltre come un paese spaccato a metà, dove i lettori sono perlopiù concentrati tra Emilia e Nord-Est. Le donne leggono più degli uomini (il 48% contro il 38%) e i giovani tra i 14 e i 19 anni costituiscono il 60% dei lettori. Ma l’elemento più interessante di questa ricerca disaggregata per fasce d’età, livelli d’istruzione e classi sociali, è che il crollo ha riguardato soprattutto persone tra i 35 e i 44 anni, laureate e di sesso maschile, la fascia più colpita dalla crisi economica. I grafici regalano un’altra sorpresa: sono gli over 65 la vera roccaforte della lettura, gli unici ad aver speso di più in libri negli ultimi anni.
Che fare? Per Lidia Ravera, assessore alla Cultura della Regione Lazio, la crisi è però più profonda: «Il fatto è che la lettura non è più considerata come un fattore di miglioramento. L’impoverimento complessivo della società va oltre la crisi del mercato». A reggere le fondamenta di questo palazzo pericolante sono i lettori “forti”, coloro che leggono almeno un libro al mese: sono il 4% dei lettori, ma da soli comprano il 36% di tutte le copie vendute (112 milioni nel 2013). Unica nota positiva gli ebook, con un incremento degli acquirenti del 14% e dei lettori del 17%. Aspettiamo i dati del primo triennio 2014 per capire se sperare in un’inversione di tendenza.

Lettori, una generazione persa
La speranza viene dagli ebook

"Corriere della Sera", 21 marzo 2014

«Ci siamo persi una generazione». Era questo lo stato d’animo, nell’austera sala della Biblioteca Angelica di Roma, che ha accompagnato la presentazione del rapporto sull’acquisto e la lettura di libri in Italia, commissionato dal Centro per il Libro e la Lettura all’agenzia di rilevamento Nielsen. Si legge sempre meno, in Italia (dal 49% al 43% della popolazione), si compra pochissimo (dal 44% al 37%). Sono dati riferiti agli ultimi tre anni, anzi per la precisione, dall’ultimo trimestre 2010 all’ultimo del 2013. Lo ha sottolineato in apertura proprio Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il Libro e la Lettura: «È la prima volta che una ricerca consente di vedere le immagini in movimento del triennio 2011-2012-2013. E di cogliere così non solo le dimensioni, ma anche la dinamica della più drammatica crisi del libro dalla fine della Seconda guerra mondiale». 
La ricerca Nielsen si basa sulla rilevazione mensile su un campione selezionato di 9 mila famiglie: risultati che hanno fatto parlare Rossana Rummo, direttore Generale per le Biblioteche del Mibact, di una vera e propria «emergenza». Siamo un Paese in cui solo il 37% della popolazione (19,5 milioni) ha acquistato almeno un libro nel 2013 (112 milioni le copie vendute). Dove le donne leggono molto più degli uomini (48% contro il 38%), la fascia di età più forte è quella dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni (60%), ma sono gli over 65 a fare argine alla frana, essendo l’unica fascia in controtendenza. 
«Siamo partiti tre anni fa — ha detto Gian Arturo Ferrari — con i lettori che sfioravano la metà della popolazione, adesso siamo ridotti a poco più di un terzo». Confermata la distanza che separa il Nord dal meridione, dove più forte è la sofferenza, la novità riguarda il Centro Italia dove, Emilia esclusa, si registra una flessione (dal 52% al 42%). Crolla la spesa media (€ 57,4) per un valore di 1,1 miliardi, scesa del 14%. Ma è soprattutto preoccupante la concentrazione di questo dato: il 4% dei lettori acquista il 37% dei libri. «Purtroppo — ha aggiunto Ferrari — la favola del libro come bene anticiclico che si continuava a vendere anche nei momenti di crisi, è finita». Bene il settore degli ebook, in crescita (+14% nell’ultimo anno) ma tuttora con numeri marginali in un mercato che si conferma conservatore, qualche indicazione arriva dai canali di vendita: cedono le librerie di catena, in modo più marcato rispetto alle librerie tradizionali (che mostrano una inaspettata resistenza), cresce meno del previsto la vendita via Internet, reggono le edicole. 
Ma il dato che ha colpito di più è stato il crollo nel triennio dei lettori maschi tra i 35 e i 44 anni: meno 17% (dal 57 al 40), che corrisponde alla flessione dei laureati (dal 75% al 57%). Sembra quasi lo specchio di una generazione «perduta» che non trova lavoro adeguato agli studi. «Vuol dire che la cultura non è più considerata un fattore di miglioramento della propria condizione sociale — ha detto Lidia Ravera, assessore alla Cultura del Lazio — vuol dire che è crollata la fiducia nel futuro». 

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