domenica 9 giugno 2013

Storia, una passione che cancella le distanze


Il racconto del passato affascina i contemporanei

Alice Patrioli

"Corriere della Sera",  4 giugno 2013

«Il tempo non c'entra per nulla. Mi ha sempre sorpreso che i miei contemporanei, convinti d'aver conquistato e trasformato lo spazio, ignorino che si può restringere a proprio piacimento la distanza dei secoli». Così scriveva Marguerite Yourcenar nei suoi Carnets de notes de Mémoires d'Hadrien. E come si potrebbe darle torto quando intorno a noi la storia antica rinasce costantemente a nuova vita grazie a romanzi, fumetti, film e perfino cartoni animati? Le vicende della Grecia e di Roma antica contengono in sé un nocciolo di umanità tale da ispirare forme e generi letterari estremamente diversi tra loro, ma tutti impegnati nella stessa ricerca di passioni e inquietudini che dal passato più remoto riescano a lambire i lidi del nostro tempo.
Il genere che ha ricevuto maggiore ispirazione dalle vicende dell'antichità greca e romana è stato — ed è tuttora — il romanzo storico, una definizione oggi quantomai varia e capace di contenere in sé forme espressive molto diverse l'una dall'altra sia nei metodi che negli intenti.
Per esemplificare questa estrema varietà si potrebbe scegliere una data e analizzare le vicende di due romanzi storici che in quella stessa data videro la pubblicazione: siamo nel 1951, in Francia Marguerite Yourcenar pubblica Mémoires d'Hadrien; negli Stati Uniti Howard Fast dà alle stampe il suo Spartacus. Una stessa fonte d'ispirazione — la storia romana — per due romanzi dagli esiti radicalmente diversi, ma ugualmente importanti ai fini della nostra riflessione.
Memorie di Adriano è un romanzo che si muove con agilità tra documentazione storica, filosofia e poesia: l'autrice s'immerge a fondo nella personalità e nell'anima di un uomo del II secolo d. C. compiendo un cammino a ritroso fino a raggiungere quegli elementi essenziali — emozioni, pensieri, moti dello spirito — che, in virtù della comune appartenenza al genere umano, una donna del XX secolo può senza difficoltà condividere con un uomo vissuto diciotto secoli prima di lei. Un'operazione come questa richiede studio e documentazione, ma soprattutto capacità di annullare le distanze temporali attraverso il riconoscimento degli universali che si celano nell'animo degli esseri umani.
La scelta di Adriano e del II secolo d. C. risponde esclusivamente agli interessi e alle passioni dell'autrice — ancora nei Carnets de notes Yourcenar dichiara: «Il secondo secolo m'interessa perché fu, per un periodo molto lungo, quello degli ultimi uomini liberi» —, ma l'altissima qualità letteraria del romanzo e il suo successo ininterrotto dimostrano che v'è nella storia antica un'anima che ha solo bisogno di essere riconosciuta da un uomo o da una donna del nostro tempo per tornare ad avere voce. Nel romanzo le vicende storiche non possiedono forse i netti contorni forniti loro dall'archeologia o dall'indagine storiografica, ma conoscono un'esistenza più intima e universale perché fondata sull'individuazione delle passioni comuni a tutti coloro che condividono l'«avventura umana».
Ma nell'anno in cui a Parigi vedeva la luce Memorie di Adriano, oltreoceano si concludeva la vicenda editoriale di un altro romanzo ispirato a un personaggio dell'antico mondo romano: Howard Fast dava finalmente alle stampe Spartacus, destinato a diventare il suo romanzo di maggior successo e a ispirare l'altrettanto fortunata versione cinematografica di Stanley Kubrick e Kirk Douglas (Spartacus, 1960).
L'idea di narrare la grande rivolta degli schiavi che tenne impegnato l'esercito romano dal 73 al 71 a. C. maturò durante i tre mesi di carcere che Fast dovette scontare per via di una condanna da parte del Comitato per le attività antiamericane (House Committee on Un-American Activities). Lo scrittore era noto per la sua militanza nel Partito comunista statunitense (che abbandonerà pubblicamente nel 1957) e per il suo impegno nelle lotte per i diritti civili: tale «notorietà» gli procurò non poche difficoltà nel periodo del maccartismo. Una volta uscito di prigione, Fast si trovò davanti al concorde rifiuto delle più grandi case editrici americane di pubblicare il suo Spartacus, che fu dato alle stampe con un'operazione di auto-pubblicazione e ottenne un notevole successo di pubblico. Ma cosa vide nello schiavo Spartaco lo scrittore Howard Fast?
Lo rivela la dedica del romanzo, nella quale Fast dichiara di aver scelto la rivolta degli schiavi contro Roma come simbolo delle lotte per la libertà e la dignità che si combattono in ogni epoca, poiché l'ingiustizia e l'oppressione appartengono alle società antiche così come a quelle moderne. Spartacus, dunque, nasce sì come romanzo storico popolare, avvincente e destinato ad appassionare il grande pubblico, ma con un forte slancio ideale che l'autore affidò simbolicamente a quel gladiatore di origine trace che guidò la ribellione contro la potenza (e la prepotenza) romana.
La storia antica può, dunque, essere fonte d'ispirazione per romanzi storici che presentano profonde diversità: Marguerite Yourcenar ha composto un'opera raffinatissima, destinata a un pubblico che è chiamato ad attingere alle proprie esperienze intellettuali ed emotive più intime e profonde; Howard Fast ha realizzato un romanzo avvincente, di lettura scorrevole e destinato a un pubblico che desideri soprattutto lasciarsi catturare da una vicenda coinvolgente. Romanzi che rispondono a esigenze differenti, ma che condividono, pur nella loro estrema diversità, il tentativo — più che riuscito — di rivelare quel nocciolo di umanità che le vicende antiche contengono e che s'incarna nelle figure di uomini le cui riflessioni, passioni e inquietudini possiamo facilmente riconoscere come nostre. E davanti a una tale condivisione non c'è distanza temporale che valga.

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