martedì 18 dicembre 2012

Paleopatologia


Svelato il mistero di Ilaria Del Carretto

Paolo Fallai

"Corriere della Sera",  17 dicembre 2012

Sarà anche vero che Paolo Guinigi, signore della Lucca quattrocentesca, alla morte della seconda moglie, Ilaria Del Carretto «fè magnificamente quello che a ogni grandonna o signore si convenisse, così di messe, orazione, vigilie, vestimenti, drappi…», come racconta Giovanni Sercambi nelle sue Croniche. La verità è che Ilaria, resa immortale dal monumento funebre di Jacopo Della Quercia che accoglie i visitatori nel Duomo di Lucca, in quella magnifica tomba non è mai stata sepolta. Che fine avessero fatto le spoglie mortali, era rimasto un mistero, risolto ora dalla Soprintendenza archeologica della Toscana. Quello che si ritiene il corpo della giovane, nata nel 1379 dal conte di Zuccarello (Savona) e morta di parto a 26 anni nel 1405, è stato ritrovato nella chiesa di Santa Lucia del complesso di San Francesco, a Lucca.
Per capire come si sia arrivati a identificarla bisogna tornare al 2010, quando Giulio Ciampoltrini, l'archeologo responsabile degli scavi di San Francesco, condotti grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio, guida la sua équipe dentro Santa Lucia. A Lucca la conoscono come «cappella Guinigi» dalla famiglia che l'aveva voluta e che al suo interno, in due arche funerarie, aveva sepolto generazioni di discendenti, i maschi da una parte, le femmine nel cassone accanto. Ne hanno trovati 48, tutti insieme, secondo l'uso medievale. Ma a lato di queste arche, c'erano anche tre sepolture singole. Gli scheletri non potevano che essere stati personaggi di rango, tanto da averli preservati al destino di confondersi con gli altri. Uno di questi scheletri portava un anello d'oro con diamante e la salma doveva avere in mano una bolla papale, che il tempo ha distrutto, lasciando però in bella vista il sigillo di Papa Martino V (pontefice dal 1417 al 1431). Elementi che, uniti alla datazione con il carbonio 14, hanno permesso di identificarla con Jacopa Trinci, dei signori di Foligno, che sposò Paolo Guinigi nel 1420 e morì nel 1422. L'emozione di quella scoperta possiamo vederla tutti, c'è un filmato su YouTube (basta cercare «L'impresa del diamante»).
Ma se quella era Jacopa Trinci, perché non immaginare che gli altri due scheletri potessero essere i resti delle altre mogli del signore lucchese? È qui che gli archeologi hanno chiesto aiuto al professor Gino Fornaciari della Divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa. Modernissime ricerche hanno confermato l'identificazione di Jacopa Trinci, mentre le ossa della terza tomba sono di «un'adolescente di un'età tra i 12 e i 16 anni», proprio come la prima moglie di Paolo Guinigi, Maria Caterina degli Antelminelli che morì appunto a 12 anni, nel 1400, durante un'epidemia di peste. E infine la tomba numero 1: lo scheletro di una donna adulta «di corporatura piuttosto gracile, di un'età antropologica tra i 20 e i 27 anni e una statura di circa 158 cm» il cui «profilo paleo nutrizionale» indica un tipo di alimentazione molto diversa da quella dei Guinigi, mentre l'isotopo dei denti «suggerisce un'origine non lucchese». Ilaria Del Carretto veniva da Savona e visse a Lucca solo due anni, dal giorno delle nozze, celebrate il 3 febbraio 1403.
Gli studi a Pisa e gli scavi a Lucca vanno avanti a cercare nuove conferme e Giulio Ciampoltrini certo non ama i sensazionalismi: i risultati del lavoro occupano 30 gigabyte sul suo computer e in un articolo non ci stanno. «Il nostro scopo — ripete — è trovare elementi che ci consentano di capire meglio la cultura e la società lucchese del '400». Ma il monumento funebre scolpito da Jacopo Della Quercia ancora oggi commuove con quel piccolo cane ai piedi di Ilaria, che la guarda come a chiederle perché non possa più accarezzarlo. Resta l'emozione: dopo 600 anni quella tomba ha trovato il corpo per cui fu scolpita.

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